FABIO DE CHIRICO
Storico dell'arte contemporaneista e autore di numerosi saggi, si è occupato di restauro e di allestimenti museali, curando la realizzazione della nuova Galleria Nazionale di Cosenza. Inoltre ha curato diverse mostre ricoprendo il ruolo di soprintendente ai beni storico-artistici ed etnoantropologici. Attualmente dirige il Servizio I Arte e Architettura Contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Cuturali e del Turismo.
CARMELO CIPRIANI
è giornalista, storico dell’arte e curatore indipendente. Già cultore della materia in Museologia presso l’Università degli Studi della Calabria ha condotto studi specialistici e curato mostre per Soprintendenze, istituzioni e musei. Tra le mostre curate: Nel segno del tratto. Disegni del Novecento pugliese, (Ruvo di Puglia, 2009); Paola Mattioli. Spazi della Rivelazione (Novoli, 2016); Incontri 1. Dialogos y Desplazamientos transoceanicos (Roma, 2017); Pamela Pintus. El oro no se oxida (Santiago del Cile, 2017); Visioni d’Arte. Sguardo alla Nuova Figurazione italiana (Lecce, 2017). Dal 2011 al 2013 ha curato la rassegna di arti visive contemporanee OPEN SPACE nella Galleria Nazionale di Cosenza. Tra il 2015 e il 2017, su incarico del Comune di Lecce, ha condotto il censimento e lo studio della raccolta d’arte comunale pubblicato nel volume Arte in Comune (2018). È collaboratore stabile del Nuovo Quotidiano di Puglia e di Exibart. Vive tra Roma e Lecce.
GIUSEPPE CAPPARELLI
Laureato in Lettere e Beni culturali, Giuseppe si occupa della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, di catalogazione digitale, di restauri, di studi linguistici, filologici e letterari. I suoi approfondimenti in storia dell’arte sono indirizzati verso l’arte contemporanea, la fotografia, la video arte e l’arte ambientale. Presiede il Centro Studi della Città del Sole, che organizza da circa un quinquennio, in collaborazione con Istituti Pubblici e Musei, Polimaterico – arte in tutti i sensi, un progetto finalizzato all’accessibilità nelle arti contemporanee. Con il CSCS e il Comune di Palermo ha collaborato alla produzione della mostra antologica di Mustafa Sabbagh a Palermo. È curatore dell’esposizione Questa casa non è un albergo tenuta a Reggio Calabria e della mostra RSVP a Narni in Umbria. È accompagnatore di gruppi per le visite storico-artistiche presso la Presidenza della Repubblica nel Palazzo del Quirinale. Nel 2013 gli viene conferito il titolo di Ispettore Onorario dal Mibact.
Sezione Residenza Land Art: La qualità delle proposte progettuali e di tutte le opere realizzate dagli artisti e del lavoro effettuato dai curatori nell'edizione del festival 2018 è certamente molto alta e nell'insieme costituisce un'unitaria opera d'arte complessiva. La forza emotiva e la storia del luogo assolutamente molto forti hanno richiesto una determinazione e proposto un confronto difficile ed impegnativo ma certamente molto stimolante per tutti gli artisti; pertanto la commissione ha deciso di assegnare il premio ad Aisha Gianna Muller per l'opera Un altro tentativo di allungare la giornata che rappresenta una sintesi straordinaria tra la memoria e la proposta di un progetto futuro, in cui ciascuno è chiamato ad intervenire per prolungare poeticamente la durata del giorno come possibilità di segnare con un gesto personale la costruzione della storia futura, a partire dal paesaggio.
La commissione intende, inoltre, segnalare per l'impatto e la valenza estetica nonché per l'attinenza al tema l'opera Movimento Terra di Raffele Vitto che è riuscito a realizzare un lavoro che si situa tra i più interessanti di tutto il festival interagendo con la terra, con la memoria e con il contesto complessivo per la sua capacità di essere un'opera di Land Art nel senso pieno del termine. Il Premio d'Arte per questa sezione è patrocinato dal programma di residenza d'artista del Condominio-Museo VIADELLAFUCINA16, Torino. L'artista (o il duo) selezionato avrà la possibilità di trascorrere fino a 10 giorni nel 2019 presso la struttura per produrre un’opera che entrerà a far parte della collezione museale del condominio-museo e resterà esposta negli spazi comuni.
Sezione Installazioni Ambientali: Alberto Timossi con la sua opera Tiptoe (in punta di piedi) è riuscito ad instaurare un reale dialogo col contesto architettonico urbano e ambientale, ponendosi come un importante segno nel paesaggio, il suo segno rosso ci proietta nel futuro e raccoglie la memoria del luogo perché sia il presupposto per ogni progettualità in divenire. La commissione intende inoltre segnalare l'opera Heil oder Kaputt di Pietro De Scisciolo che rappresenta un intervento dal significativo impatto emotivo e che costringe l'osservatore ad un percorso di catarsi altrimenti impossibile. Il Premio d’Arte per questa sezione è patrocinato dall’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia. L’artista selezionato avrà la possibilità di passare un periodo in residenza di 8 giorni per realizzare un’opera che resterà custodita nell’Istituto.
Comunicazione dell'Associazione (novembre 2018)
Aseguito della rinuncia al premio da parte di Aisha Gianna Muller, la giuria ha individuato il lavoro di Gianfranco BASSO "Kunst Macht Freicome", vincitore del Premio Apulia Land Art 2018 dellaSezione LandArt. L'artista è stato invitato a partecipare alla residenza artistica di Via Della Fucina16, prevista in Via S.Giovanni Battista la Salle,16 a Torino.
Studia grafica allo CSIA di Lugano, in Svizzera. Dopo alcuni stage si traferisce a Montréal, in Canada, dove lavora come grafico e illustratore per diversi studi e agenzie. Art director in publicità, è stato anche scenografo per le televisioni CBC e TVA. Insegna iniziazione all’arte visiva alla Concordia University. Soggiorna a Londra e Berlino dove commincia la sua ricerca pitturale. Di ritorno a Montreal crea scenografie per diversi artisti in teatro, musica e danza contemporanea. Vincitore del concorso per l’Università Telematica Pegaso di Cosenza. . Le sue opere sono oggi presenti in numerose collezioni private.
Mostre personali
Canada: Montréal, “A hole in the clouds” alla galleria Marilou Esguera. “Back to black” allo Studio 3. “Sweet nothing” alla galleria BAC. | Brasile: São Paulo, “Beija flor” alla Casa Caiçara, Cananéia. | Italia: Roma, “Il bicchiere dalle labbra rosse” allo Spazio Interno 14 dell’AIAC. Cagliari, “Happy if you like it” alla Mediateca, curatore Cesarina Siddi. Pisa, “Refresh” al Bastione San Gallo, Biennale di Architettura, curatore Luigi Prestinenza Puglisi.
Mostre collettive
Francia: Kerpert, all’Abbaye de Coat Malouen, curatore Guillaume Guintrand. Parigi, “Bringsomethingpink”, Espace Despalles, Paris, curatore Yfat Gat. | Italia: Perugia, “ArtSiders” alla Galleria Nazionale dell’Umbria, Sala Podiani, curatori Fabio De Chirico e Massimo Mattioli. Roma, “Portafortuna” allo Spazio Y. Narni, “RSVP”, curatore Giuseppe Capparelli.
(Foggia 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode nel 2002 presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, con tesi sugli Anti-Eroi seguita dal Professore e Artista Giovanni Albanese. Per anni lavora come scenografo, attualmente è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. Artista, scultore, lavora con ironia e sarcasmo sul rapporto tra società e cultura popolare contemporanea, costruendo un immaginario fatto di controsensi, provocazioni e citazioni. Una ricerca artistica che negli ultimi anni lo porta ad operare con materiali industriali: preminentemente cemento armato, ma anche ferro, resine, ottone, stagno; materiali con i quali racconta una visione della cultura italiana e occidentale attraverso progetti che mantengono un medium comune, ma che approfondiscono tematiche diverse. Il cemento armato inteso come “carne e ossa”, rapportato alla durata e caducità della vita umana stessa. Materiale che, se non mantenuto subisce una lenta evidente usura, ricolmo di cicatrici e decadenza, rapportabile appunto all’arco temporale umano. Materiale che affascina l’artista, per estetica, cruda, sintetica, imprecisa, ma forte. E per il suo procedimento produttivo, quasi biblico: una roccia fatta polvere, che torna roccia. Le ricerche di Petrone sono confluite recentemente in una serie di esposizioni, come quelle per il MAAM, Il Museo Diffuso di Formello, il Museo Crocetti, la Galleria Curva Pura di Roma, il Museo Omero di Ancona, la Galleria di Arte Moderna di Perugia ed il Museo d’Arte di Catanzaro. L’ultima sua opera, Monumento ai Decaduti, è stata collocata nella Piazza Bologna di Roma il 20 luglio 2017. L’ultimo e significativo progetto Amen, è costituito da dodici sculture prevalentemente in cemento, tra queste Souvenir da una Croce, che racconta la mercificazione dei simboli della fede umana, pubblicata nel volume Volgeranno lo sguardo, la Passione di Gesù: Vangeli, Storia, Sindone, Iconografia (Lateran University Press, Città del Vaticano, 2017).
Scrive Roberto Luciani: “La narrazione di Petrone è concentrata sugli usi e (cattivi) costumi italiani. Un vivere fatto di scaramanzia, fede, incoerenza, violenza. Il processo è quello “fotografico”, ovvero della realizzazione di sculture contenenti micro-storie, completate dal titolo, che diventa didascalia e parte integrante della stessa opera.
Le ultime ricerche lo portano a mettere in dialogo il cemento con altri prodotti e materiali: pane, verdure, muffe, terra, tessuti realizzati a mano, ma anche ferro, ottone e rame. Fotografie scultoree evocative, richiamanti la rappresentazione quotidiana o la iconografia biblica.
Le opere di Francesco Petrone esprimono la ricerca di quello che c’è oltre il tangibile quotidiano, aprendo una finestra al di là del tempo che scorre, oltre il cemento e la materia, oltre le forme che possiamo assumere, collegando la caducità dell’uomo con l’incorruttibilità di Dio, in un movimento corale in cui l’immagine diventa domanda a cui può rispondere solo lo sguardo dell’osservatore”.
Mostre collettive e personali