Trofeo del Maestro Pietro Guida
Quest'anno c'è un motivo in più per vincere Apulia Land Art Festival Sezione Residenza Artistica & Sezione Installazioni Ambientali. Il vincitore della VI edizione sarà premiato con la scultura-trofeo appositamente pensata dal Maestro Pietro Guida.
Un regalo prestigioso per ALAF dal momento che si tratta della prima opera costruttiva realizzata dall'artista a distanza di 50 anni dal suo periodo astratto. Un altro grande artista che onora il nostro progetto del suo intervento, nonché della sua sensibilità artistica ed umana. Grazie per il suo contributo, Maestro, un grande riconoscimento per noi e per gli artisti di ALAF 2018! Pietro Guida è nato a S. Maria Capua Vetere (Caserta) nel 1921. Vive e lavora a Manduria (TA). Consegue il diploma di scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1947. In quegli anni, assieme a Renato Barisani, Gennaro Borrelli, Raffaello Causa, Renato De Fusco, Anna Maria Ortese, Armando De Stefano, Guido Tatafiore, aderisce al Gruppo Sud, divenendo uno dei protagonisti del rinnovamento culturale del capoluogo campano.
Comincia nel frattempo la sua attività espositiva: Mostra delle arti figurative, Galleria “Forti”, Collettiva di chiusura Gruppo Sud Pittura, Galleria “Blu di Prussia”, entrambe a Napoli nel 1948; Premio Diomira 1949, Galleria del “Naviglio”, Milano 1949; II Mostra nazionale del disegno e dell'incisione moderna, Reggio Emilia 1949, conseguendo ampi consensi nazionali con i suoi disegni. Dal 1960 al 1971 è titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Belle Arti di Lecce. La sua produzione figurativa è esposta in numerose mostre personali: Galleria “Selecta” di Roma,1958, e collettive: Premio internazionale della scultura di Carrara, Carrara 1957; Concorso per un'opera plastica ispirata allo sport, Palazzo Strozzi, Firenze 1958; Artisti pugliesi, Galleria “Taras” dell'EPT, Taranto 1959; VII e VIII edizione della Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. Dal 1960 al 1975 la produzione di Guida è caratterizzata dall'abbandono del dato naturalistico e dei mezzi tradizionali del fare scultura, per adoperare materiali industriali grezzi, come mattoni, galpomice, tubi eternit, ferro e acciaio. Le prove di questo periodo sono definite dall'artista stesso Opere costruite proprio per sottolineare l'importanza della fase “costruttiva” nel suo lavoro.
Crescono nel frattempo la notorietà dello scultore, i premi, le commesse prestigiose: ad esempio la scultura di dimensioni monumentali realizzata nel 1972 per l'Italsider di Taranto, l'attenzione della critica più qualificata per il suo lavoro (Franco Sossi, Vittorio Fiore, Oreste Ferrari, Filiberto Menna, Vito Apuleo, Nerio Tebano, Nello Ponente, Enrico Crispolti) e gli inviti a progetti espositivi rilevanti: le mostre personali alle gallerie d'arte “Taras” di Taranto (1961), “Cavallino” di Venezia (1962), “La Metopa” di Bari (1964), “Il Sedile” di Lecce (1965) prima mostra di scultura non figurativa in Puglia, “Il Bilico” di Roma(1967; 1968), “La Cornice” di Bari (1969), “Ciak” di Roma (1971). Partecipa, inoltre, a mostre collettive: Giovani artisti italiani, Villa Comunale, Padiglione Pompeiano, Napoli 1961; Premio Termoli, Termoli (edizioni del 1963 e 1964); Il Maggio di Bari, Biennale d'arte, Castello svevo, Bari (edizioni dal '64 al '66); Mostra internazionale di scultura all'aperto, Fondazione Pagani, Museo d'arte moderna, Legnano (edizioni del 1965, 1971, 1973); Triennale dell'Adriatico, Palazzo delle Esposizioni, Civitanova Marche 1965; XVII Mostra internazionale d'arte Premio del Fiorino, Palazzo Strozzi, Firenze 1966; III Rassegna d'arte del Mezzogiorno, Palazzo Reale, Napoli 1967; Forme, spazio, strutture, Massafra 1967; 20+5 Nuove esperienze dell'arte in Puglia, Taranto, Bari, Grottaglie, Massafra 1969; Co/incidenze, XX Rassegna d'arte contemporanea Città di Massafra, Massafra 1969; Arte e critica 70, Modena 1970; Uno spazio per l'arte, Circolo Italsider di Taranto, Taranto 1974-75; II Quadriennale d'arte contemporanea, Acquasanta Terme 1975; VIII Biennale d'arte del metallo, Gubbio 1975. Dalla seconda metà degli anni '70 e per circa tre lustri, Guida sceglie di rinunciare all'attività espositiva; ritorna nel frattempo alla figura, realizzando grandi statue in scabro cemento. Recupera la carnalità delle formose figure femminili di Marini e gli squarci poetici sul vissuto quotidiano di Martini,maestri mai smessi di amare. Interpreta, con insistenza, soprattutto negli ultimi anni, il tema del mito. Nel 1993 interrompe il silenzio espositivo con la mostra personale allestita presso il Castello Carlo V di Lecce.
I suoi nuovi lavori sono presentati in catalogo dagli amici scrittori: Tano Citeroni, Gino Montesanto e Michele Prisco. Seguono le mostre personali al Castello Malatestiano di Longiano (1995), al Castello Carlo V di Lecce (1997), all'ex Convento di San Michele di Taranto (2002), Palazzo De Felice di Grottaglie (2009). Su tutte, la mostra antologica allestita nel 2008 presso il Monastero degli Olivetani di Lecce, promossa dal Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia dell'Università degli Studi del Salento, associata alla pubblicazione di un catalogo che ripercorre filologicamente l'intero percorso artistico di Guida e la corposa quanto autorevole analisi critica. Ha nel mese di ottobre del 2012 esposto nelle sale di Castel dell'Ovo a Napoli una sua personale curata da Francesco Abbate. Nel 2011 ha partecipato all'Esposizione Internazionale d'Arte Biennale di Venezia nella sede regionale di Lecce - Padiglione Italia della 54ª edizione. Nel 2014, su invito dell'Università del Salento, ha tenuto una mostra personale nella sede del Rettorato di Lecce.